sabato 30 giugno 2012

venerdì 29 giugno,
 ciao a tutti, mi spiace per le foto ma fino a che non sarò in qualche guesthouse o altra struttura che abbia una connessione locale, che va molto più veloce, sarà difficile che possa pubblicarle.
Questa mattina siamo partiti, dopo aver fatto un poco di provviste (questa volta con un trattamento onestissimo, cosa che non era capitata a Moraladur), per percorrere quella bella valle che ieri ci faceva immaginare interessanti prospettive, la Jokuldalur. Cosi è stato e per 30 km abbiamo camminato per pascoli e visto moltissime cascate oltre a piccole e suggestive gole che cambiavano spesso il regime del fiume da torrentizio a placido.Ora ci troviamo accampati con la n.s. tenda su un crinale e la vista domina tutta la valle appena attraversata; sull' altro versante, a nordest, si vedono, invece, le montagne ancora coperte di neve,  nei cui territori vivono le renne. Questo tipo di paesaggio (non l'ultima parte) ci ha fatto pensare un poco alle montagne italiane perchè per diversi aspetti questo tratto gli assomiglia, specialmente nei pascoli di alta quota delle Alpi Centrali o Occidentali: grandi pascoli, cime arrontondate dai ghiacciai ritirati e numerosi corsi d'acqua piccoli e grandi.
Oggi riflettevo sul tipo di diario e sui soggetti delle foto pubblicati, qualcuno poteva immaginare un blog diverso con molti più riferimenti sia scritti che di immagini relativi alle presenze umane e ai contatti avuti in questi 20 giorni.
Tra gli aspetti sopra indicati e il tipo di cammino progettato c'è una relazione. Nei n.s. resoconti abbiamo spesso parlato di tenda, poco di acqua intesa come risorsa da bere, pochissimo di strutture ricettive, queste sono state tre costanti del cammino. Infatti il progetto era stato impostato sulle distanze di 20-25-30 km giornalieri ma ancora di più suddividendo il percorso da compiere in base ad elementi cartografici ed informazioni che ci facessero immaginare la presenza di abitazioni (a cui, eventualmente, con la presentazione delle credenziali preparate dal parroco di Akureyri, chiedere ospitalità di fortuna), di fattorie, di guesthouse e di campeggi. Allora, oggi possiamo affermare di aver trovato paesi (intesi come concentrazioni di non più di 20-30 case, forse una chiesa e niente altro) in solo un paio di occasioni, un supermarket in 280 km di cammino e le strutture, ad eccezione di due situazioni, le abbiamo sempre trovate a 5-8 km dal percorso principale. Nonostante ciò, impostare il percorso nel modo che è stato effettuato ci ha permesso di dormire a giorni alterni in tenda e solo in un'occasione di usarla per due  giorni consecutive. Abbiamo, comunque, avuto discrete difficoltà nel fare provviste salvo nell'unica occasione capitata, aumentando ancora di più il peso dello zaino per diversi giorni. In alcune strutture abbiamo pagato il pane e altro come fosse oro.
Stesso problema per l'acqua, perchè è vero che ce n'è tantissima ma, nei tratti percorsi, il terreno circostante era spesso sporco di escrementi di animali  e forte era la presenza di pecore nei dintorni; ciò avrebbe obbligato ogni volta a disinfettarla, abbiamo provato allora a chiedere nelle case ma il problema, a qualsiasi ora del giorno, era trovare persone nelle case che sembravano disabitate (evidentemente le abitudini di vita e di lavoro differiscono abbastanza rispetto al continente). Di conseguenza anche i contatti, con una popolazione che comprensibilmente, comunque, non è incline a parlare molto e ancora meno con gli estranei, sono stati radi e molto brevi. Tutto ciò ha portato a dare prevalenza alla natura e alle sue espressioni e a raccontare i pochi aneddoti capitati, ma, in fondo, siamo sull'isola (e questo è un dato già significativo) più a nord d'Europa con un clima e condizioni di vita molto difficili e allora cosa possiamo pretendere di più... nulla. A chi piace l'Islanda così è...( e a me  piace moltissimo)
Buona notte Nino  

venerdì 29 giugno 2012

giovedì 28 giugno,
ciao a tutti, finalmente un poco di segnale per la connessione, nei giorni scorsi neppure il cellulare riusciva a collegarsi. Vi sto scrivendo da una guesthouse che si trova sulla s.n° 1 in località Skjoldolfsstadir ( 65°.19' N, 15°. 16' W. così faccio felice l'amico Gianni, pellegrino virtuale di questo cammino) ma la particolarità non sta nel nome difficile da pronunciare, quanto che questa è l'abitazione e attività di una famiglia  che ha una tradizione da generazioni nella caccia alle renne, ci sono trofei da ogni parte ed anche un piccolo museo. Ci sono anche immagini un pò cruente ma un conto è la poesia, un altro è la caccia per vivere in un ambiente difficile e per controllare la diffusione di questa specie che, in passato, è stata introdotta da altri territori e non avendo predatori che ne regolassero la crescita sarebbe potuta diventare un problema come accade da noi per altri mammiferi. Chiusa questa parentesi su questo bellissimo animale torniamo al diario e precisamente a martedì 26.. Quando avevo appena finito di scrivere l'ultima parola e stavo per salvare il testo... zac! fine della connessione e tutto cancellato, olè!
Ci svegliamo alle 7.00, smontiamo la tenda, ci laviamo al meglio nel fiume, una leggera colazione (solo perchè mancano i viveri, altrimenti dovrebbe essere il pasto più importante della giornata) e si parte per la nuova tappa, non prima di aver salutato questo bel fiume vicino a cui abbiamo trascorso la notte. Si risale la valle camminando tra i magri pascoli che si trovano ai lati della strada, qualche breve sosta e si arriva ad un passo (qui non hanno un nome come da noi e credo di capirne la ragione...), si comincia a scendere e giunti ad un bivio,  mentre una colonia di anatre con i piccoli tenta impavidamente di attraversare la strada,  si abbandona  la strada principale per portarsi in una valle laterale dove corre una pista sterrata. Dopo 8 km si giunge nel mezzo di una splendida valle dove si trova la fattoria e guesthouse dove alloggeremo (spero, perchè nel ns. cammino non abbiamo voluto e potuto fare prenotazione alcuna). Sparsi nella vallata si vedono coni neri di materiale vulcanico che contrastano con il giallo ed il verde dei pascoli, quest'anno un poco scarsi a causa delle ridotte piogge, e sempre più vicino ed imponente la sagoma del vulcano Askja. La prima impressione, vedendo questo paesaggio, è stata di immaginare l'ambientazione di un film della serie Jurassik Park, mancavano solo loro, i dinosauri. Accanto alla guesthouse si trovano due casette tipiche dell'architettura islandese, con le pareti ed il tetto coperti di terra ed erba, davvero molto suggestive, ed una chiesetta ben conservata e datata 1945. Prendiamo possesso dell'alloggio e facciamo una doccia, ma questo non è importante, se non perchè ho rischiato di compromettere il proseguio del cammino con triplo volo (non mortale) uscendo dalla cabina doccia, dove il pavimento liscio e bagnato mi ha dato una mano in questa evoluzione, stile cartoons della Walt Disney. Non è successo nulla a parte il rimprovero al proprietario che ha risparmiato su un tappetino. Prendo però l'occasione, ricordando l'attività intrapresa da Giovanni nel pomeriggio, per eliminare qualche fraintendimento che potrebbe nascere dalle n.s cronache. Abbiamo parlato, con piacere, di paste preparate in cucina e di super colazioni, ma vi posso dire che Giovanni ha passato qualche ora del martedì a fare, con il punteruolo, nuovi buchi nella cintura e, addirittura, con ago e filo, ha ridotto il giro vita dei suoi pantaloni, che incominciavano a calare troppo, mentre io sto usando il buco sulla mia vecchia cintura che  andava bene 25 anni fa....Il giorno successivo partiamo per compiere un altro pezzo del n.s. cammino e iniziamo a salire lungo la valle molto bella e solitaria. Superiamo due passi ed entriamo in un'altra valle più piccola completamente nera dalla polvere vulcanica che, con il tempo nuvoloso, devo dire  fa un effetto davvero sinistro. Dopo la sosta iniziamo la discesa tra pascoli, qualche piccolo specchio d'acqua e qualche pecora. Possiamo, sicuramente, affermare che questa e le due precedenti tappe si sono svolte nella zona più solitaria e "povera" dell' Islanda che abbiamo visto fino ad oggi. Nel frattempo il cielo era andato chiudendosi sempre di più e alla fine comincia a piovere, poi la grandine, tuoni ed un fulmine; in quel territorio sconfinato, in quel momento, ci siamo solo noi ed io con i bastoncini di metallo tra le mani...
Arriviamo in prossimità di un grande lago che si scorge dalla pista e poco dopo ad un bivio; sono le 16,00 e ancora piove discretamente. Questo è... il punto di arrivo della tappa, dovremmo piantare la tenda e aspettare  fino alla mattina seguente. Ma al bivio si apre una bella e lunga valle coperta da diversi laghi ed un cartello indica a 5 km un campeggio ed un caffè. Io avevo già considerato quei luoghi nella prima progettazione del cammino e mi aveva colpito e attratto la grande quantità di acqua, Giovanni vorrebbe invece camminare ancora nella stessa direzione ed anticipare parte del percorso del giorno successivo.
Io faccio le mie valutazioni a voce alta e evidenzio qualche carenza che potrebbe avere la n.s. tenda con il perdurare della pioggia ma soprattutto esalto la possibilità di vedere quei laghi se il tempo volgesse al meglio.
Giovanni accetta e di buon passo (nonostante l'ora del pranzo superata e la stanchezza) ci dirigiamo verso il campeggio. Nessuna scelta fu più azzeccata; un lago molto grande immerso tra pascoli verdi e due case con le pareti ed il tetto in erba, un luogo di altri tempi. Una scopriamo essere diventata un museo, che poi visiteremo, della civiltà contadina, abitata sino a pochi anni prima, l'altra ha un ingresso molto basso, lunga e stretta e sembra che non ci sia nessuno, finchè esce una simpatica donna dai capelli rossi, Lilja, e due cani molto affettuosi. Il bello deve ancora venire, entriamo e scopriamo una sorta di osteria, laboratorio, esposizione di prodotti artigianali fatti con lana di pecora, un'atmosfera incredibile e suggestiva resa ancora più accogliente dalla stufa  a legna accesa (dove ricaverò alcuni scatti al pellegrino Giovanni in veste di "post Macchiaiolo" corrente pittorica italiana per gli stranieri che leggono... eh sì!) e dalla cioccolata calda con ciambelle che ci viene offerta e che scioglierà il freddo e l'umido accumulati.
Recuperate le energie piantiamo la tenda in questo spartanissimo campeggio che offre un tappeto erboso vissuto dalle pecore e un bagno all'aperto ma anche questo ha il suo fascino e si adatta al contesto.
La notte, pur avendo sistemato la tenda in zona riparata, sarà la più fredda vissuta fino ad oggi, con un vento gelido che  entrava da tutte le parti. Questa mattina, un pò intronati dal cattivo riposo, ci riprendiamo nella calda stanza di pietre ed erba (pareti di 70-80 cm.)  e poi partiamo salutando la rossa islandese che al contrario dei connazionali parla il tedesco e non l'inglese (probabilmente frutto di qualche tempo passato in Germania)... ed io sono contento per aver trovato qualcuno che parla l'inglese peggio di me!
La tappa di oggi non sarà particolarmente interessante, sia per il brutto tempo, sia per il paesaggio abbastanza uniforme e senza particolari pregi, pochi animali e qualche laghetto. Ma nella parte finale, dopo 29 km, ci riserverà una bella sorpresa. Risalita una stretta valle e arrivati nel punto più alto, se ne  è aperta, davanti a noi, un' altra molto verde, percorsa da un fiume che si snoda tra i suoi meandri di basalti colonnari che sembrano fatti dagli scalpellini e poco dopo la residenza dei cacciatori. Questa lunga vallata ci accompagnerà fino all' ultima cittadina importante della parte orientale dell'Islanda, appena prima di arrivare nel porto dove ci imbarcheremo, ma quello che abbiamo intravisto oggi ci fa immaginare una bella giornata per domani! 
Buonanotte, Nino
e ora proviamo ad inviare le foto.

lunedì 25 giugno 2012

lunedì 25 giugno,
 ieri sera la signora Sikka (penso che si scriva così, non le ho chiesto conferma) ci ha dato, per la notte, la sua vecchia casa, molto interessante e dall'aria un pò retro e abbiamo avuto la possibilità di vedere anche la partita dell'Italia con la ciliegina del temerario cucchiaio del Pirlo nazionale (se lo sbagliava gli tagliavano lo scalpo) e l'abbiamo festeggiata con una splendida pasta sulle sarde cucinata dallo chef/pellegrino Giovanni. Questa mattina, sapendo che non avevamo molti viveri per i prossimi giorni e neppure grandi possibilità di fare scorta, abbiamo deciso di fare secca la signora Sikka che ci ha servito la colazione nella sua nuova abitazione. Così ci siamo seduti a tavola e per poco non  mangiavamo anche le gambe del tavolo. Lei ci guardava con aria strana e quando si avvicinava io le ripetevo very good, very good e alla fine mi ha guardato come dire "non metto in dubbio che tu mi stia dicendo la verità" ma anche un poco preoccupata. Ricaricati a dovere siamo partiti con buon passo, la giornata era nuvolosa ma la bassa temperatura favoriva il cammino. Oltretutto, oggi,   si è fatto il giro di boa, metà del cammino in Islanda è stato compiuto e questo piccolo ma significativo risultato ci conforta e ci carica per affrontare il lunghissimo cammino. A volte, a pensarci, mi spaventa un poco, ma come sempre, e quando si cammina in modo particolare, serve molto pensare a quello che è già stato fatto e non a quello che ci sarà. Inoltre una settimana di cammino ha permesso di abituarci al peso dello zaino e fare i correttivi necessari perchè incidesse il meno possibile. Un grande aiuto ce lo hanno dato le calzature fornite da SCARPA. Come avevo già sostenuto in passato, questo indovinato modello è più una pantofola che una scarpa. Altro importante contributo è venuto dall'uso dei bastoncini telescopici che aiutano a correggere la postura viziata dal peso dello zaino e che fanno lavorare i muscoli delle braccia e delle spalle oltre ad obbligare il collo a stare più dritto .
Oggi abbiamo ancora camminato nella infinita valle fino ad arrivare alla sua testata ed a scendere in una valle molto più piccola e circondata da belle montagne anche se brulle e con magri pascoli come la precedente. Durante una delle brevi soste, prima di superare il colle, si è fermato a parlare con noi  un solitario cicloturista svedese che, con bagagli e tenda, stava facendo il giro dell'isola, abbiamo scambiato le n.s. impressioni e poi foto di rito con l'impegno di seguirsi reciprocamente sui rispettivi blog. Dopo 23 km siamo arrivati in prossimità di una stalla abbandonata, luogo previsto per il termine di questa tappa e qui, in riva al fiume, abbiamo montato la tenda. Il silenzio è assoluto nell'attesa del nuovo giorno. 
Nino
p.s. oggi il segnale è basso e a caricare le foto non ce la fa...

domenica 24 giugno 2012

Domenica 24 giugno,










oggi scriviamo in diretta. Giornata tranquilla, tempo incerto e temperatura abbastanza alta con forte vento nell'ultima parte della tappa. Non è uno scherzo e neppure il bollettino meteo di Guido Mercalli. Innanzitutto mi associo agli auguri arrivati a Giovanni per la festa del santo che ricorre in questo giorno, riguardo alla tappa  si può dire abbastanza lineare, con il vento che ha tenuto alla larga i moscerini e con una buona pista sempre segnata dagli antichi (?) ometti  che nella parte finale ci ha dato la possibilità di vedere, verso sud, la sagoma molto imponente  del vulcano Askja, che per un collassamento di tre camere magmatiche contigue, da molto tempo contiene al suo interno un grande lago con una temperatura di 22°c dove gli escursionisti fanno il bagno!
Dopo 6 ore di cammino e circa 20 km siamo arrivati in una fattoria in bella posizione, non prima di aver fatto una sosta rigeneratrice con pediluvio nel fiume più pescoso dell'Islanda , dove ci ha accolto la  simpatica signora Sikka . Domani altra tappa nella valle infinita con nuovo pernotto in tenda. Buonanotte Nino
sabato 23 giugno, 
come al solito mi trovo a scrivere quando per voi è notte, da noi è giorno ma Giovanni dorme già.
Oggi è stata una buona giornata, come quelle che potrebbero capitare su cammini già collaudati.
Nella mattina, dopo aver fatto provviste, abbiamo salutato la valle dove si trova il lago  Mivatn, paradiso per il bird-watching (sempre che vi portiate la zanzariera per la testa) dove non c'è da attendere ore nel capanno per vedere gli uccelli perchè qui nuotano, in grande numero e varietà, nelle sue acque anche a pochi metri da voi. Questa zona è, inoltre, un libro a cielo aperto per quanto riguarda la geologia ed i fenomeni naturali quali terremoti ed eruzioni di vulcani; sembra davvero il set ideale per un film sulla preistoria. Tutto intorno si vedono croste di materiale vulcanico  che sembra si stiano per sollevare e pseudo crateri, oltre a formazioni di materiale eruttivo dalle forme più insolite.
Torniamo al resoconto del cammino che è cominciato con una giornata soleggiata e calda ma, per fortuna, senza il tormento dei moscerini che, leggendo sulle guide, sembrava fossero il terrore del lago. Abbiamo iniziato una lunga salita lungo la strada principale fino ad un punto panoramico in una zona molto particolare, dove i pennacchi di vapore e l'odore di zolfo, oltre agli impianti di produzione di energia geotermica, rendevano l'atmosfera surreale. Superata questa area abbiamo potuto abbandonare la strada e impegnarci in una lunghissima camminata controvento attraverso una valle infinita chiusa solo lateralmente da catene di montagne di formazione diversa. In questo caso abbiamo potuto utilizzare una pista per cavalli ben evidente e che tra l'altro ricalcava un' antica strada, delineata da ometti di pietra alti più di un metro. Questo aspetto è interessante perchè ci fa pensare che la n.s. idea che già tantissimi anni fa anche l'Abate Berggson  potesse essere passato di qui potrebbe essere corretta. Bisogna anche considerare, comunque, che in mille anni, su questa isola,  si sono succeduti tanti eventi naturali da modificarne in modo significativo il paesaggio per cui chissà nel 1154 come era e da dove si poteva passare...   Dopo circa 7 ore di cammino e 28 km abbiamo trovato un luogo riparato dove mettere la n.s. tenda per trascorrere la notte. Qui siamo veramente in mezzo al nulla, il punto più vicino è una fattoria a 30 km e una pompa di benzina a 120 km. Tutto intorno solo pascoli, materiale vulcanico e qualche pecora solitaria. 
Buona Domenica 
Nino

sabato 23 giugno 2012

venerdì 22 giugno
Ciao a tutti,
 tre giorni di silenzio e voi pensavate che avessimo staccato il contatto per starcene a poltrire in santa pace sulle rive di qualche fiume. Niente di tutto questo, non siamo stati fermi neppure un minuto. Ma ora facciamo ordine e vi racconto.
Mercoledì 21,  il  fatidico terzo giorno quando, come succede in tutti i trekking e nei cammini, o si scoppia o si va via tranquilli per il resto del viaggio. Giornata nuvolosa,  io sono reduce dal terribile  mal di schiena del giorno precedente. Decidiamo, sulla base della tappa appena conclusa e dell'impostazione iniziale del cammino, che dobbiamo evitare il più possibile di camminare lungo la strada 1, la principale, perchè  è su asfalto che è faticoso e perchè non è nello spirito di recuperare un cammino che anche altri, in sicurezza, possano fare. Studiando le mappe acquistate in Islanda vediamo che oltre ai pochi sentieri segnalati ci sono delle piste per cavalli (attività assai diffusa quella del trekking equestre), che possono evitare tratti di asfalto, oltre ad accorciare le tappe. Pertanto  alle 9,00  partiamo. L'inizio sembra promettere bene, ma ci accorgiamo che queste piste in alcuni tratti sono appena accennate e si intersecano con altre nemmeno indicate. A questo punto la situazione si fa più difficoltosa ma anche più interessante perchè con l'uso di mappa e bussola e del gps che ci dà la posizione ci divertiamo a cercare il percorso.
Questo lavoro ci ha portato via energie, costringendoci a percorrere molti km tra acquitrini e terreni molto disagevoli, ma ci ha fatto sentire la sensazione della totale libertà in un ambiente privo di riferimenti, con la consapevolezza di poterlo, però, decifrare e di procedere nel cammino. Camminare negli stagni ci ha dato la possibilità di vedere alzare in cielo numerosi uccelli acquatici (oltre alle foche che avevamo visto nei primi giorni durante il vagare nei fiordi del nord) e di scoprire tanti piccoli paradisi che dal bordo della strada non avremmo visto. Verificato, comunque, che dopo dieci ore di cammino alle dieci della sera non saremmo arrivati a destinazione, abbiamo deciso di piantare la tenda in mezzo ad un altipiano stupendo dove il suono di tanti uccelli diversi e la solita luce ci hanno accompagnato per tutta la notte.
La mattina del giovedì 22 di buona ora abbiamo smontato il campo e abbiamo ripreso il cammino sempre sul solito terreno infido seguendo, questa volta, piste più evidenti, che ci hanno portato ad una fattoria/ agriturismo dove abbiamo mangiato anche il tavolo dalla fame pregressa della sera prima. Recuperate le energie abbiamo  puntato verso il lago Mivatn, non prima di aver fatto fare un bagno ai nostri piedi bollenti in un bel torrente. Ci sono stati di nuovo problemi  con le piste per cavalli, ormai appurato essere poco affidabili, anche se di gran soddisfazione,  così alle 20.00, dopo aver percorso anche questo giorno 27 km circa, abbiamo deciso di sistemare la tenda per la notte sul prato di un pascolo vicino ad un bellissimo fiume. Come in altre precedenti anche questa serata si è conclusa con lo spettacolo della formazione di un arcobaleno nel cielo.
Stamattina, dopo una magra colazione (avevamo dato fondo a tutte le riserve e urgeva fare rifornimenti)  alle 8,00 ci siamo incamminati in direzione del lago sotto uno splendido e caldo sole prima su una pista per cavalli e poi lungo la strada. Anche oggi, purtroppo, abbiamo camminato, come in quelli precedenti, accompagnati da nugoli di moscerini che si infilano da tutte le parti e che rendono l'avanzare abbastanza snervante (abbiamo addirittura visto persone che camminano con una sorta di zanzariera che gli copre la testa). A nulla  è valso cospargersi di repellenti comprati in loco, che sembrano anzi gradire, e neppure sporcarsi la faccia di cenere. Giunti in una zona molto interessante, come tutta l'area del lago, abbiamo trovato un punto di ristoro e abbiamo ricaricato le nostre batterie. Ripreso il cammino, dopo qualche chilometro io, che precedevo di poco Giovanni, mi sono soffermato a fotografare 3 bei cavalli (notate il numero) e in quel momento sono stato affiancato da un pullman di turisti stranieri da cui è sceso un ragazzo che con fare concitato mi ha detto di seguirlo. D'accordo con i suoi  compagni di viaggio avevano deciso, vedendoci, probabilmente, camminare sulla strada con quei grandi zaini, di darci parte delle loro provviste e così ha aperto  il bagagliaio e ci ha riempito una borsa con 2 kg di panini e frutta. Siamo rimasti senza parole ed abbiamo apprezzato moltissimo il gesto che abbiamo cercato di ricambiare offrendogli le spille del cammino. Ricaricati da questo nuovo evento siamo ripartiti per l'ultimo pediluvio e i 20 km restanti per arrivare al piccolo paese di Reyakjold.
Le conclusioni  su come potrà essere riproposto e ripercorso  il tratto islandese le tireremo alla fine ma di sicuro c'è che tutto quello che è accaduto fino a questo momento non è stato per caso e che ogni momento ha reso significativo e unico questo cammino.





Domani ci aspettano altri 30 km e un campo con tenda e chissà che altro....
Buonanotte 
Nino  

mercoledì 20 giugno 2012

martedì 20 giugno
Ciao a tutti, sono trascorsi i primi due giorni di cammino ma faccio un passo indietro e brevemente vi racconto quello che è accaduto la prima settimana.
Dopo una breve visita della capitale, che non offre molto sotto l'aspetto architettonico,  ma si presenta in una veste interessante con le sue case colorate ( di legno quelle più nuove ed importanti, rivestite di lamiera ondulata quelle più vecchie e dei quartieri più popolari) e la sua aria di cittadina turistica e commerciale, ci siamo trasferiti nella parte centro-meridionale che come tutta il  sud è maggiormente frequentata dai turisti. In queste zone sono, infatti, concentrati i luoghi di maggior attrattiva (la zona dei Geyser, le splendide cascate Gulfoss, i ghiacciai che possono essere osservati da molto vicino, le zone termali di acqua sulfurea come Laguna Blu). Vi posso assicurare che gli elementi di interesse sono assai di più e spesso le foto non rendono l'idea delle emozioni che si hanno nel vedere la natura che qua si manifesta in modo prorompente ed in tutte le sue forme.Ma per lo stesso motivo per cui ho deciso di voler conoscere l'Europa camminando abbiamo concordato di lasciare per qualche giorno l'auto e di iniziare a  camminare (lo avevamo già fatto anche nei primi due giorni ma per brevi escursioni e anche per chi mi conosce.... vi assicuro che erano brevi!) e ci siamo addentrati nella indescrivibile e stupenda valle di Lamalaugar (che si pronuncia in ben altro modo).
Il primo giorno abbiamo camminato per 11 ore  e circa 40 km attraverso infinite distese desertiche di materiale vulcanico completamente nere ed inquietanti ma molto suggestive, superando molte valli e passi per arrivare, dopo aver visto alle 23 un sole spettacolare che faceva capolino da dietro le vette (aveva    piovuto e grandinato per tutto il giorno), ad un alpeggio in una bellissima valle. Finalmente, a mezzanotte, abbiamo cenato con una minestra calda e  non l'ho citata per fare folklore ma perchè due ore prima, per render più completo il programma, avevamo superato due guadi non proprio banali e che avevano riattivato la circolazione sanguigna dei nostri piedi, ormai cotti.  
Il giorno successivo abbiamo ripreso il cammino attraverso bellissimi laghi e montagne dai mille colori, complici le acque sulfuree che emettono pennacchi di fumo in ogni luogo  e che, reagendo con le rocce, creano sfumature che vanno dall'arancio al rosso scuro. Arrivati al termine dell'escursione abbiamo scoperto che, per poco tempo, avevamo perso l'autobus che ci avrebbe riportati all'auto, ma la fortuna ha voluto che un gruppo di guide in partenza ci accompagnasse a destinazione ricambiando, in qualche modo, il passaggio che giorni prima avevamo offerto ad una coppia di escursionisti.
Il n.s viaggio è poi ripreso in direzione nord dove avevamo programmato di arrivare il sabato 16 per essere ospiti del Parroco di Akureyri. Durante lo spostamento abbiamo avuto modo di vedere tantissime fattorie in riva al mare, dove pecore e cavalli (ci sono più equini che persone in Islanda) pascolano in assoluta libertà e un'infinità di specie di volatili  che si trovano  anche nelle strade dei paesi a passeggiare con i loro piccoli. Molto interessante è stata la visita della cittadina marinara  di  Siglufjordur dove c'è un bellissimo museo dell'aringa, prodotto che all'inizio del 1900 dette il via allo sviluppo di questa località, richiamando centinaia di persone per lavorare il pescato (in un'annata particolare ne furono raccolte miglia di tonnellate).
Durante i trasferimenti abbiamo usufruito delle accoglienti guesthouse (i nostri bed & breakfast ma più spartani) ed in un caso abbiamo alloggiato in un EDDA, circuito di scuole che in estate, in Islanda, vengono convertite in alberghi a basso costo per turisti poco esigenti ma che offrono standard di accoglienza, in particolare nel servizio di ristorazione, davvero buoni. Inoltre sono una buona occasione per gli studenti universitari che vogliono fare un'esperienza lavorativa proponendosi come camerieri o cuochi.
E ora veniamo al n.s cammino; ieri alle 8,30 in compagnia dei parroci,di un giornalista e di un professore ci siamo recati a Munkapthvera, è stata fatta una breve funzione religiosa ed impartita la benedizione e dopo un saluto (personalmente è stato un momento molto forte, tutte le tensioni della preparazione e dell'attesa si sono sciolte) da quel momento eravamo solo io e Giovanni, con il n.s cammino davanti a noi.






La prima tappa, circa 28 km, dopo le prime incertezze legate al territorio nuovo, alla segnaletica, alle mappe di scala non usuale,  si è conclusa in tarda serata ad un campeggio sulle rive di un fiume dove abbiamo montato la tenda per la notte. Una particolarità dei sentieri islandesi è quella di essere tracciati sulla max pendenza  e facendo fare dei giri poco razionali , di sicuro non costruiti per il trasporto di materiali ed animali come era in uso un tempo nei n.s. territori. Tutto ciò comporta un dispendio di energie notevole oltre al fondo del terreno assai disagevole (un continuo alternarsi di gibbosità, acquitrini e bassa vegetazione) che rallenta l'andatura. Insomma come inizio è stato veramente tosto ma anche questa volta la pellaccia di Giovanni non si arresa e, stringendo i denti per la fatica, è arrivata in fondo.
Oggi invece l'itinerario non presentava difficoltà particolari, il dislivello era contenuto ed il paesaggio mostrava le valli molto aperte con presenza di molte fattorie ed anche di una bella chiesetta del 1600 situata su un poggio. Una pioggerella leggera e continua ci ha accompagnati per tutta la giornata oltre ad un mio terribile dolore ai polmoni che ogni tanto si ripresenta  unito, in questo caso, al peso dello zaino e diventa così acuto da togliere il fiato .Finalmente abbiamo raggiunto, comunque, la guesthouse nei pressi delle bellissime cascate di Godafoss e qui ho avuto modo di riprendermi . 
Buonanotte, Nino  

lunedì 18 giugno 2012

domenica 17 giugno
Ciao a tutti, la giornata è trascorsa all'insegna delle relazioni ufficiali con il parroco che ha officiato la Messa e ci ha impartito la benedizione. Successivamente abbiamo proseguito nella mattina con la visita della città, molto piacevole ed ordinata, in compagnia del giovane aiuto parroco argentino. Personalmente, la funzione religiosa, in questa occasione, celebrata per far conoscere il nostro intento e sostenerci in questo lungo cammino mi ha fatto sentire  in modo particolare l'impegno assunto con me stesso e con chi ha sostenuto fino ad oggi questo progetto e ancora di più si è rafforzata la volontà di portarlo fino in fondo, nonostante la consapevolezza delle difficoltà e soprattutto della sua lunghezza. Il pranzo oggi lo abbiamo consumato in compagnia delle suore, che sono tutte di origine brasiliana, e dei due parroci e...vi assicuro che, a parte le pietanze molto buone, abbiamo fatto indigestione di lingue e pronunce, una bella fatica ma sostenuta da persone molto gentili e disponibili. Ora stiamo ultimando i preparativi e il n.s. pesante zaino e domattina in compagnia dei due parroci e di un giornalista locale ci recheremo a Munkapthvera.Nei prossimi giorni non sappiamo se avremo segnale sufficiente per inviare i resoconti ma lo faremo appena possibile. Mi rendo conto che le cose da raccontare sarebbero molte e ci sarebbe tanto da scrivere mentre il tempo è poco, speriamo che da ora in avanti possiamo regolarizzare la n.s. giornata e dedicare più tempo al diario. Vi avevo promesso che vi avrei raccontato dei giorni passati, per ora lo faccio con alcune fotografie e nei prossimi giorni riprenderò il racconto.
Un grazie particolare per gli incoraggiamenti ricevuti . 
Buonanotte 
Nino










domenica 17 giugno 2012

sabato 16 giugno

E' terminata la n.s settimana da turisti/escursionisti in Islanda, oggi pomeriggio siamo arrivati ad Akureyri, la seconda città per estensione e densità abitativa dell'Isola e siamo ospiti della parrocchia cattolica.
Don (qui denominato Padre) Hjalti insieme al giovane aiuto parroco di origini argentine, Gabriele, ci ha accolto felicemente e  dopo la cena ci è stata consegnata la credenziale, stampata per l'occasione, che presenteremo nelle fattorie, nelle altre parrocchie (una soltanto, i  cattolici in islanda  rappresentano solo il 2% dei credenti) e presso le abitazioni (pochissime) che incontreremo durante il cammino per chiedere ospitalità. Fr. Hjalti ha, inoltre, preparato la preghiera del pellegrino che sarà letta domani durante la funzione religiosa. Noi, invece, per ringraziare dell'attenzione, abbiamo portato in dono le locandine del progetto Islanda e le magliette (rigorosamente nere) con il logo del cammino, oltre a continuare la distribuzione delle cartoline stampate per raccogliere solidarietà e attenzione per le popolazioni terremotate dell'Emilia Romagna.
Il n.s. arrivo coincide con la festa nazionale dell'Indipendenza dalla Danimarca ottenuta nel 1948 e che ricorre proprio domani. Questa sarà l'occasione per incontrare i parrocchiani e la popolazione ed assistere alle celebrazioni. Il parroco si è anche adoperato per convocare i giornalisti per diffondere la notizia dell'inizio di questo cammino e per ottenere dai Luterani (oggi la Chiesa non è più di proprietà cattolica)  il permesso per aprire la chiesa di Munkapthvera (la località dove, nel Medioevo, si trovava l'Abbazia in cui  visse Nikulas Berggson), dove nel pomeriggio  sarà  detta una Messa e ci sarà data la benedizione (speriamo di essere all'altezza di così tanta considerazione e tanto onore). Lunedì mattina, quindi, ci trasferiremo a Munkapthvera e da lì comincierà, ufficialmente, il cammino che ci porterà nei primi giorni di luglio al porto di Sejfjordur dove ci imbarcheremo per la Danimarca. Come al solito mi trovo a scrivere alla mezzanotte e ora sto crollando perciò, quello che leggerete sarà già nella data di domani 17 giugno. Domani sera, quando tramonterà il sole (!?), al rientro vi racconterò quello che abbiamo visto in questa settimana.
Buona domenica a tutti 
Nino

sabato 16 giugno 2012

15 giugno 2012,

Ciao a tutti, vi sto scrivendo dalla camera di un ostello che si trova in uno splendido fiordo a nord dell'Islanda. In realtà avrei dovuto scrivere nella data 16 giugno perchè qua ormai è mezzanotte  ma fuori c'è la luce come alle 18 in Italia!
Oggi è una settimana che io e Giovanni siamo in Islanda, finalmente il sogno si è avverato e sabato 9 giugno alle 18,30 siamo atterrati sulla Terra dei Ghiacci.
So che alcuni chiedevano notizie di noi e come mai ancora non avessimo scritto niente del n.s. viaggio, TRANQUILLI, siamo ancora vivi e non ci siamo persi! Non è la pigrizia ma, semplicemente, perchè non si riesce a stare fermi e per fortuna Giovanni alla sera crolla, altrimenti si andrebbe avanti fino al mattino successivo. Infatti, con la luce che c'è, durante il giorno viaggiamo molto e spesso ci troviamo a cercare una sistemazione per la notte a tarda sera oppure a camminare per 10 ore in mezzo alle montagne e arrivare al rifugio a mezzanotte. Immaginate che qualche sera fa, dopo la cena, sono salito su una montagna per vedere la luce  sul ghiacciaio e al ritorno, intorno alle 24, ho incontrato due ragazze che facevano footing. Ancora un paio di giorni e poi, quando cominceremo il cammino, allora tutto andrà a posto (spero).
Pensare che a scuola, quando si studiava la geografia, ci descrivevano l'Islanda come una terra sempre coperta di ghiacci, inospitale e grigia  e le immagini dei libri ci confermavano questo luogo comune!
Anche quando ho cominciato a pensare all'idea di percorrere il cammino islandese mi attirava molto il fatto di ripetere l'esperienza dell'Abate Nikulaus e di poter conoscere i Paesi del Nord Europa camminando ma non avrei immaginato, invece, di vedere tanta bellezza come su questa isola. Sicuramente è un ambiente difficile, dove ci sono grandi distanze dal continente e per molti mesi all'anno non c'è luce ma penso che una parola che sintetizzi al meglio le impressioni, le sensazioni e i pensieri che ci hanno accompagnato in questi primi giorni sia INFINITO, non quello della poesia di LEOPARDI ma degli spazi infiniti, degli orizzonti di cui non si vede la fine, degli infiniti campi di materiale vulcanico che abbiamo attraversato, degli infiniti pascoli, delle infinite distese di fiori blu, delle infinite distanze che dovremo percorrere nel tratto islandese, delle infinite sfumature del verde, delle infinite ore di luce, delle infinite quantità di moscerini che ti assalgono mentre cammini, degli infiniti scatti fatti per fermare con la macchina fotografica ogni particolare di questa natura superba, delle infinite quantità di uccelli e di sterne che ti beccano sulla testa se invadi il loro territorio (a noi è successo!). Per confermarvi la straordinarietà di questi luoghi e l'effetto che fa  a chi si lascia trasportare da queste emozioni vi posso dire che qualche minuto fa (sono le 02 del 16 giugno) Giovanni che stava dormendo si è svegliato all'improvviso e come rapito da una forza esterna mi ha invitato a guardare fuori dalla finestra. Ho interrotto il mio racconto, ho infilato gli scarponi e sono uscito per fotografare un cielo incredibile con spettacolari colori  che andavano dall' indaco al viola all'arancio al rosso .
Tutto questo, per ora, ha poco a che vedere con il cammino ed il pellegrino ma è ... INFINITAMENTE insolito  e bello.
Ora , però, sarà meglio provare a dormire.
Buonanotte 
Nino  (Giovanni dorme di nuovo)                                           

mercoledì 6 giugno 2012

Mercoledì 6 giugno 2012
Abbiamo aperto il blog con il logo del progetto Islanda e possiamo chiudere questa prima fase di nuovo con la stessa immagine, ma questa volta associata ad una campagna di solidarietà per le popolazioni dell'Emilia Romagna colpite dal terremoto. Questa mattina è iniziata con una frenetica ricerca telefonica per riuscire a trovare i canali giusti per recuperare gli estremi da trascrivere sulla cartolina che avevo immaginato di realizzare. Ancora una volta, grazie alla disponibilità e generosità del Dott. Sereno Rossi, funzionario del Comune di Bagno di Romagna e al lavoro spedito e puntuale dell'amico Paolo Rippoliti, fondatore dell'associazione GOMMABICROMATA, si è potuto realizzare questo documento che da domenica distribuiremo in Islanda, con la speranza di portare un contributo ad una Regione che tanto ha dato e da all'Italia. Se il buongiorno si vede dal mattino, direi che essere riusciti nel nostro intento in tempi così brevi, può essere considerato un segnale positivo per il cammino che sta per iniziare. 
A questo punto ci possiamo salutare e da domenica inizieremo a raccontare le nostre impressioni dalla Terra dei Ghiacci. Domani ci aspetta una giornata da farmacisti con l'impegno arduo di far scendere il peso dello zaino dagli attuali 21 kg. (troppi) 
Buonanotte, Nino.

lunedì 4 giugno 2012

lunedì 4 giugno 2012
buongiorno a tutti,
manca davvero poco alla partenza. Anzi, direi che non possiamo più aspettare visto, anche,  che ci hanno anticipato il volo di un giorno. 
Dal 27 maggio, ultimo post, non ho più scritto anche perchè, onestamente, vedere le immagini del terremoto in Emilia e pensare al viaggio in Islanda, personalmente, mi era difficile.
Come prima reazione avrei rinunciato a partire e sarei andato a dare una mano in quelle zone ma il tempo che ho dedicato a questo progetto e la consapevolezza che dopo non lo avrei più potuto realizzare mi hanno fatto decidere di partire lo stesso. Nonostante ciò, le immagini e le notizie che arrivavano mi spingevano a cercare qualcosa da mettere in atto a favore delle popolazioni colpite.
La prima decisione è stata di donare la tenda appena acquistata per l'islanda a qualche associazione o ente che sta operando in zona. A seguito della rinuncia di un partecipante una tenda 3 posti sarebbe stata troppo grande e allora piuttosto che tenerla a riposo in attesa di un fututro utilizzo ho preferito che diventasse utile per altri.
Il sisma non ha colpito solo le aziende e le famiglie ma anche le economie e molte sono state le disdette nel settore turistico anche in zone dell'Adriatico che non c'entrano nulla. Allora , in accordo con associazioni ed enti dell'Emilia e della Romagna, abbiamo deciso di produrre una cartolina significativa della situazione collegata ad un link sulle potenzialità di quella regione da distribuire durante il n.s. cammino per raccogliere sostegni ed invitare alla visita .
Infatti le attestazioni di stima di questo progetto Islanda da parte delle autorità religiose islandesi, norvegesi, danesi e tedesche mi fanno pensare che in qualche misura potremo anche contribuire alla causa terremotati.
Questo nuovo impegno e il resto che rimane da fare penso mi impediranno di scrivere ancora prima della partenza, quindi colgoo l'occasione per ringraziare tutti per l'attenzione dimostrata fino ad oggi, anche quelli con cui ci sono state incomprensioni e discussioni che, comunque, possono essere spunto di riflessioni.
Un grazie particolare, però, lo devo a mia moglie, vera pellegrina nello spirito e nella vita, che mi ha sostenuto in ogni momento di questa faticosa preparazione .
Concludo, prendendo in prestito dall'amico Franco Alessandri che sta lavorando intensamente al progetto, una frase  ed un pensiero che mi sembra lui abbia messo molto bene in pratica nella sua vita. 
Ciao a tutti
Nino
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei!
Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l'opera finisca senza applausi!!! (Charlie Chaplin)