martedì 31 luglio 2012

martedì 31 luglio,




ciao a tutti, oggi sono arrivato presto, tappa breve 20 km, ed il meteo mi ha graziato anche se il cielo scuro non prometteva nulla di buono. Dalla cittadina di Itzhoe, con il suo centro storico (una bella chiesa luterana dalle dimensioni importanti) ed il porto sul fiume, dove sono arrivato ieri  attraverso la campagna e seguendo, in parte, l'andamento dello stesso corso d'acqua, sono arrivato ad un'altra cittadina, più caratteristica e meglio conservata, nella parte antica, che si trova sul fiume che taglia in due la Germania, l'Elba. Domani con il ferry boat lo attraverserò e poi, camminando, arriverò a Stade in compagnia, questa volta (se ho capito bene, poi spiego perchè dico così) di due pellegrini tedeschi. Insieme raggiungeremo il centro di questa importante città, che  è stata ed è tuttora pernio centrale di molte rotte per i pellegrini nordici che si recavano a Santiago e a Roma e per altri, che salivano in Norvegia a rendere omaggio alle spoglie di Re Olaf, fatto santo dopo poco essere morto in battaglia e sepolto a Trondheim. Da Stade inizierà la parte più difficile del cammino; fino a qui quella che 850 anni fa aveva percorso l'abate, essendo la rotta  appunto verso la Norvegia (sul tracciato Harvejin-Ochsenweig compreso tra nord Germania e Danimarca) era usata, conosciuta da almeno 200 anni prima ed  oggi recuperata. Ora si tratta, invece, di costruire, seguendo le indicazioni del diario di Nikulaus, un  percorso nuovo che passa in mezzo alla rotta più ad occidente, che va a Santiago, e la via Romea (che abbiamo collaudato nel tratto romagnolo casentinese nel dicembre scorso e che, posso dire, è veramente bella), che invece passa ad oriente e transita attraverso il passo del Brennero. Pertanto da venerdì (giovedì a Stade è festa e la dedichiamo alla visita della città insieme ad una pellegrina che, gentilmente, si è offerta di fare da guida e di pensare alle pubbliche relazioni per l'incontro con il vicesindaco), con l'aiuto delle mappe realizzate da Franco Alessandri dell'Associazione Il Pellegrino di Firenze e da Eva Benedicta Sherpa (responsabile dell'AIVF tedesca) inizierà la ricerca del tracciato che avrà molte tappe (per questa volta)  di 30 e 35 km,  per fare in modo che terminino nei centri abitati. Sulla base poi delle strutture ricettive che incontrerò, in futuro potranno essere apportate delle modifiche che, oltretutto, riducano i km di ogni tappa ad una lunghezza adeguata. Prima, tra parentesi, ho scritto " se ho capito bene" perchè i problemi  della lingua e della ricettività, se questo avrà uno sviluppo come altri cammini del nord e porterà afflusso di stranieri, dovranno essere affrontati. Non tutti parlano il tedesco in Europa e l'inglese, a volte, per fare prenotazioni telefoniche, non sempre risolve le questioni. Oltre ciò sarà necessaria una maggior disponibilità e flessibilità da parte di chi gestisce le strutture d'accoglienza presso le parrocchie perchè è importante che il pellegrino, in quanto tale, quando raggiunge i paesi o le città, possa rimanere a contatto della popolazione locale e delle istituzioni religiose. Questo permetterà di poter stabilire relazioni, conoscere meglio usi e costumi locali e la storia di monumenti e Chiese che magari sono stati fondati o hanno acquisito importanza per il flusso dei pellegrini nel passato. In molti casi abbiamo riscontrato, specialmente in Danimarca ma anche in Germania, che le tappe, spesso, terminano presso strutture in luoghi bellissimi ma lontani dai centri abitati (anche se sull'argomento dei centri e della loro definizione ci sarebbe molto da parlare, è molto diversa la loro creazione e concezione rispetto alla nostra) e gli stessi ostelli della gioventù, dei quali abbiamo usufruito  ed apprezzato il  servizio, sono un tipo di ricettività che spesso si trova ai margini delle zone abitate anche se dal punto di vista relazionale permettono di fare incontri ed esperienze interessanti. Proprio a proposito di curiosità e storie locali, grazie ad un libricino che mi ha regalato l'amico Fred Hasselbach (devo davvero dire grazie alla sua  provvidenziale presenza per i molti problemi che mi ha risolto), ho scoperto ed approfondito l'argomento con il mio estemporaneo "ospitaliero" (lui forse non conosce il termine ed il significato ma per lo spirito lo è stato davvero) Michel di Hoenvestedt e ho saputo che in un paese a 5 km dalla rotta che seguirò venerdì c'è una pietra dedicata al percorso dell'Abate Nikulaus con il tracciato che abbiamo impresso sul logo del progetto e che voglio visitare per capire le ragioni per cui si trova in quel luogo... e così il primo giorno di ricerca farò  subito 35 km, olè!
Buonanotte, Nino

lunedì 30 luglio 2012

lunedì 30 luglio,
ieri sera, o meglio notte, erano le 01,30 quando ho terminato il post sul blog, ho salutato Michel e Brigitte sulle note di una canzone di Ligabue che gli avevo fatto conoscere  da poco (CERTE NOTTI) e sono andato a letto in un posto particolare, una vecchia soffitta piena di oggetti vecchi ed interessanti, con il materasso sul pavimento di legno e una grande finestra da dove si vedeva un magnifico cielo stellato (è proprio... certe notti...). Questa mattina alle 5 sono stato svegliato da un incredibile concerto gospel delle mucche della stalla accanto che incominciavano la fase della mungitura ed esprimevano con toni diversi il loro parere sull'operazione quotidiana. Ho aperto gli occhi e nella stanza c'erano i due gatti che osservavano davanti alla finestra e che, probabilmente, avevano dormito con me sul materasso. Alle 8,30 ho salutato la simpatica ed interessante coppia tedesca, mi sono messo in cammino e... dopo poco è iniziato a piovere ed ha smesso intorno alle 17. Praticamente 3 giorni e 97 km sotto l'acqua. Nonostante ciò, in queste tre tappe ho potuto vedere tante belle fattorie e paesi dove si respira, veramente, l'aria della campagna e si possono vedere persone che lavorano con costanza e molta dedizione senza risparmiarsi per sviluppare la propria attività agricola; ma ho anche attraversato splendidi e grandi boschi dove si trovano un'infinità di sentieri e, nonostante non  manchino gli ambienti adatti, moltissime casette per aiutare gli uccelli a nidificare.
Oggi dopo 32 km sono arrivato ad Itzhoe e qui ho dovuto utilizzare un'ospitalità tradizionale presso una struttura esterna di un hotel, sinceramente niente di paragonabile alla serata indimenticabile di ieri sera dove sono venute fuori anche alcune domande interessanti alle mi sono impegnato a dare risposta alla fine del cammino. 
Buonanotte, Nino
lunedì 30 luglio
 Ciao a tutti, olè!!! qualche giorno fa un caro amico, Gianni Neglia, e mio maestro nelle tecniche di orientamento, mi ha scritto chiedendomi notizie sul mio stato di salute e poi su numeri e date. Bene, camminando sotto la pioggia di questi ultimi due giorni, ho pensato spesso a come rispondere e a quale verso stava prendendo il mio cammino. Questa mattina, dopo aver fatto colazione con gli amici  Fred e Ute (spero di aver scritto bene il suo nome) mi sono messo in marcia, stava piovendo, lo zaino sembrava pesare più di sempre anche se c'erano meno cose dei giorni scorsi e la previsione di camminare per 35 km sotto la pioggia non mi entusiasmava. Ero quasi alla fine della tappa, ancora stavo pensando a cosa avrei scritto oggi, a cosa avrei risposto a Gianni, alle domande che mi erano state rivolte da più parti sul numero dei partecipanti, a quanto mi stavo arrabbiando con me stesso per aver coinvolto chi pensava di vedere un film mentre io stavo parlando di un documentario, al fatto che stavo camminando da solo, al fatto fondamentale che così, però, lo avevo voluto, e così si sarebbe realizzato. Ho pensato, alla fine, che questa poteva essere la giornata dei motori? Forse. Il mio motore che non aveva molta voglia di girare, oggi, il motore della scala mobile che mi ha permesso, con un tunnel,  di attraversare il canale navigabile che passa sul lato sud di Rendsburg, il motore che spingeva la grande chiatta che ho visto uscire sul canale, il motore delle auto d'epoca che ho visto correre nelle strade di campagna (unico momento movimentato della lunga giornata)?! Non ero molto soddisfatto di questa, abbastanza, anonima giornata, umida, un poco noiosa, che non finiva mai e allora ho concentrato i miei pensieri su quello che avrei voluto scrivere. Sono arrivato a Hohenvestedt, piccolo villaggio di campagna tedesca molto vera, con stalle e animali in mezzo alle abitazioni, fattorie che si alternavano a semplici abitazioni, e di nuovo, tanti cavalli al pascolo e mucche stravaccate, è proprio il caso di dirlo, (voglio vedere cosa  si inventa il traslate con questa parola) sul prato a scaldarsi al sole che era appena sbucato fuori dal cielo scuro. Ma come spesso accade in questo tipo di paesi, non riuscivo a trovare le indicazioni per l'unico hotel esistente ed erano già le 19,30 che, da queste parti, è quasi l'ora di andare a letto. Ad un incrocio, arriva una ragazza con l'auto, faccio segno di fermarsi e chiedo indicazioni, non mi sembra molto sicura e mi da due spiegazioni opposte. Saluto e poco convinto vado in cerca dell'hotel senza successo, chiedo ad altri e proprio mentre ho imboccato la strada giusta, vedo arrivare di nuovo la ragazza con un altro ragazzo al fianco ed un cane. Si mettono a ridere per le informazioni imprecise e mi invitano a dormire a casa loro. Un simpatico edificio dell'ottocento vicino alle fattorie che avevo visto qualche tempo prima, due gatti che aspettano. Entriamo e cominciamo a parlare di molte cose, racconto del mio cammino, e Brigitte e Michel si mostrano molto interessati. Il cammino è solo il tramite per parlare di tante altre cose, persino la fame se ne va. Michel, calciatore, studente e musicista si mette a suonare la chitarra, si ascoltano pezzi di musica via computer, si parla di gusti musicali, di Into the Wild (film che mi ha dato la spinta finale per mettere in cantiere questo progetto) e di altro, sono le una del lunedì e tra qualche ora sarò di nuovo in cammino per altri  km  ma questa, per oggi, è la risposta che avrei voluto per l'amico Gianni, nessun numero, nessuna data, nessun dolore particolare su cui valga la pena soffermarsi a parlare ma lasciare lo spazio all'incertezza, l'aprirsi alle situazioni tranquillamente, vivere ogni singolo momento per quello che è, avere ancora la voglia di fare foto dopo 4 ore di pioggia, questo è il cammino e queste sono le sole valide motivazioni per cui è valsa la fatica, il tempo, i soldi, le arrabbiature che ci sono voluti per realizzarlo. 
Buonanotte, Nino

sabato 28 luglio 2012

sabato 28 luglio
ciao a tutti, questa sera mi trovo a Rensburg, ospite di una giovane famiglia che è punto di riferimento per i pellegrini che transitano su questo cammino. Oggi è stata una tappa abbastanza breve, 22 km, ma decisamente intensa. Come dice la legge di Murphy se pensi che una cosa debba accadere stai sicuro che accadrà. Bene, proprio ieri sera stavo pensando al numero importante delle tappe in Germania e alla loro lunghezza ed ho provato ad immaginare come sarebbe stata una di quelle con la pioggia; dopo tre giorni di sole e caldo, questa mattina il cielo era nuvoloso e alle 08,30 quando sono uscito per incamminarmi verso Rendsburg ha iniziato a piovere ed ha continuato senza interruzioni fino alle 13. Sono arrivato a destinazione alle 15,30 ed ero fradicio, non tanto per l'acqua  quanto per la condensa ed il sudore che si sviluppano in certe condizioni di umidità ma anche questa volta, comunque, gli scarponi  si sono comportati benissimo. Il percorso odierno si è svolto, al contrario delle precedenti tappe, principalmente su sterrato o sui sentieri e pensate, per ben 12 km in un unico e lunghissimo bosco che è quello di Kropp, percorrendo il tragitto originario che facevano i pellegrini. Diverse le testimonianze incontrate, quali  baite dell'Ottocento e fattorie datate oltre a resti di carbonaie e numerosi pannelli didattici che illustrano le attività di un tempo in questo magnifico habitat.
Uscito dai boschi, ho raggiunto il paese di Fockbek dove si trova il lago omonimo, circondato da vecchi e bellissimi pioppi e faggi. L'ultima ora di cammino mi ha permesso di arrivare alle importanti scuderie ed allevamenti di cavalli che si trovano alle porte di Rendsburg, lungo i suoi canali.








Dal poco che ho intravisto, il centro di Rendsburg, ordinato e con belle case antiche, è molto interessante, ma la quantità di umidità che avevano i miei vestiti e gli impegni con gli amici Fred ed Hutte che mi stavano aspettando mi hanno costretto a rimandare una breve visita a domattina, prima della tappa abbastanza lunga verso Hohenvestedt. E anche domani il meteo prevede pioggia... 
Buonanotte, Nino

venerdì 27 luglio 2012

venerdì 27 luglio,
ciao a tutti, sta per terminare un'altra settimana di cammino,  ieri è stata una tappa tranquilla, da Stenderup a Schlewig, 22 km per raggiungere  una bella cittadina ricca di storia e con  la più grande  chiesa luterana (o comunque una delle più grandi) della Germania. Ieri mattina dopo una colazione preparata dalla gentile signora Angela abbiamo fatto alcune foto insieme a lei e a suo marito, oltre alla scrittura che mi hanno chiesto di lasciare sul libro della pensione. Da parte mia, vista l'onestà del loro trattamento e la loro disponibilità, mi sono impegnato a mettere in evidenza la loro struttura come  valida  sistemazione  per i pellegrini presso il responsabile del tratto settentrionale del cammino tedesco.
Ripresa la marcia, prevalentemente su asfalto, ho raggiunto un bellissimo bosco di faggi ed in quel tratto il cammino è diventato davvero interessante; il bosco, e non plantade o piantagione come alcuni di quelli danesi, era lasciato al suo stato naturale e gli alberi vecchi e contorti creavano un atmosfera diversa, nel sottobosco numerose felci, qualche pietra, evidenziata sulle mappe, di epoca vichinga e l'incontro con solitari ungulati oltre a scoiattoli e lepri. Più avanti è stato interessante anche il tratto di percorso che si sviluppava lungo la sponda orientale del Idstedter See. Alla fine della giornata, 5-6 ore di cammino, sono arrivato all'Ostello di Schlewig e mi è stata assegnata la camera dove già si era sistemato un simpatico signore tedesco, Kurt, che avevo conosciuto qualche ora prima sul percorso. Abbiamo cenato insieme e poi siamo andati in giro per il centro storico e nel porto del più lungo fiordo tedesco che termina il suo sviluppo proprio a Schlewig.
La parte antica, costituita piccole abitazioni e da palazzi signorili con belle finiture, è da cartolina e l'aspetto caratteristico di una delle sue piazze più singolari è la sua forma rotonda con al centro, dove si aprono le finestre principali delle abitazioni, un piccolo e ben tenuto cimitero con molto verde ed alberi! Chissà che effetto fa ogni mattina alzarsi e vedere dalla finestra....
Questa mattina Kurt ed io abbiamo fatto colazione insieme e poi ci siamo diretti a visitare i giardini e l'esterno del museo della cittadina, davvero grande ed in bella posizione. Uscendo dalla città, sul percorso che ci avrebbe accomunato ancora per alcune ore (dopo Kurt avrebbe deviato per altre località ad oriente della Germania settentrionale), abbiamo visitato la chiesa di Jaddeby, la prima chiesa cattolica risalente al 840 circa, nominata anche dall'abate Nikulaus nel suo diario, e ricostruita in parte, successivamente. Da qui, in direzione sud, abbiamo raggiunto il sito archeologico vichingo, interessantissimo, di Haithabu, ricostruzione e recupero di un grande ed importante, per il tempo, insediamento di questo famoso popolo. Belle costruzioni con tetto in canniccio e pareti di terra cruda, all'interno le attività e la distribuzione dei locali fedelmente ricreati. Intorno al villaggio, le acque della parte terminale del fiordo (che in tedesco sono definite Noor), e un infinità di uccelli acquatici sulle sue rive.
Ripreso il cammino, costeggiando il fiordo, ci siamo diretti nella campagna e arrivati a Lottorf, simpatico e piccolo villaggio contadino, ci siamo salutati e ognuno per la sua strada. Ricorderò con piacere l'incontro con questa persona, affabile e valida guida delle storie locali che mi ha dato l'opportunità, con le sue spiegazioni, di affinare la comprensione del mio inglese.
A proposito di questo argomento voglio salutare il corpo insegnante della  valida scuola di lingue che si trova nella mia cittadina ed in particolare la mia special teacher, bella e simpatica insegnante di colore, Tonnie, che mi ha aiutato a togliere la ruggine dal mio inglese rimasto per alcuni anni nel cassetto. Come mi dice sempre, tu INVENT e risolvi i tuoi problems. Io ho fatto anche di più ed, infatti, l'amico Mogens faceva un poco di fatica a capire il Tuscan English.
Ancora 8 km nella campagna tedesca, tra campi di granturco, belle fattorie e centri di equitazione e sono arrivato a Kropp, piccola e bella cittadina circondata da un grande e famoso bosco che era citato, spesso,  nelle cronache dei pellegrini medioevali. Qui, nei giorni scorsi, invano, avevo tentato un contatto con il responsabile parrocchiale per la sistemazione dei pellegrini e così oggi prevedevo di alloggiare presso una gasthof, hotel, ma arrivato nei pressi della chiesa, complice un'importante restauro che teneva attente le persone che si impegnano nelle attività religiose, ho incontrato un signore molto disponibile che mi ha accompagnato al centro parrocchiale, dove, con una telefonata al pastore di Kropp, sono stato autorizzato ad alloggiare negli stessi locali e ad usufuire della cucina. Questa sera, pertanto, vi scrivo dalla sala protestante di Kropp, in attesa di incontrare il pastore e parlare con lui. 















Buonanotte, Nino

giovedì 26 luglio 2012


Mercoledì 25 luglio,
ciao a tutti, ieri è stato giorno di riposo come da programma, ma, effettivamente, la schiena stava accusando affaticamento e la pausa è arrivata al momento giusto. Oltre a questo motivo, Flensburg meritava una visita adeguata perchè è una simpatica cittadina di mare con begli edifici d'epoca e moderne architetture che si integrano bene nel contesto, creando interessanti contrasti nelle forme e nei materiali usati. Flensburg vanta una storia importante e il lungo periodo in cui era compresa nei confini della Danimarca ha fatto sì che si sviluppassero due culture diverse, danese prima e tedesca dopo, che oggi convivono tranquillamente anche con la popolazione di origine orientale che si è stabilita nella parte nordest, ai margini del centro, andando ad occupare interi quartieri e spazi commerciali.
A Flensburg si respira l'aria tipica dei posti di mare, c'è molta vitalità, molti turisti e gli esercizi commerciali fanno orari più simili ai nostri. Sicuramente ci sarebbe la necessità di soggiornare  qui qualche giorno perchè intorno alla città c'è subito molto verde e diversi sentieri che permettono di conoscere gli interessanti ambienti naturali di quei territori. Ho parlato di riposo ma, in realtà, ho camminato per buona parte della giornata, senza però la zavorra dello zaino, che è poi ciò che fa la vera differenza. Altra attività  importante che ho svolto, ieri, è stato di mettere ordine negli appunti sulle tappe islandesi e danesi, sui correttivi e su quanto servirà per fare una guida. Nel fare queste operazioni ho verificato la necessità di un futuro ulteriore sopralluogo in terra danese per sviluppare meglio la prima parte e quella intorno ad Aalborg. Ne approfitterò anche per tornare a salutare gli amici Servas (che già stanno male, se leggono, all'idea di mettermi a tavola).
Ieri sera, dopo la cena consumata nell'ostello, sono rientrato in camera dove già alloggiava un ragazzo tedesco. Intorno alle 22 sono arrivati due ragazzi tedeschi molto tosti, Giulios e Rick, una coppia esplosiva  (così si sono definiti a detta di Rick e ...probabilmente agli occhi degli altri). Il primo, quindicenne con grave handicap nella parte inferiore del corpo che lo obbliga a muoversi sulla sedia a rotelle e il secondo, di colore e più grande di età, suo tutore ed amico. Il bello è che sono arrivati in bicicletta con carrello annesso per i bagagli ma la bici di Giulio è del tipo modificato, che ha i pedali nella parte alta azionati con le mani. Per il poco tempo che ho potuto vedere e parlare con loro ho capito che Giulio è un ragazzo molto bravo e dotato e che ha grande forza di volontà, tanto da essere il promotore di queste vacanze dinamiche; è stata un esperienza molto interessante incontrarli e questa mattina alla mia partenza, quando ancora dormivano, ho voluto lasciare loro un piccolo pensiero per salutarli.
Come avevo immaginato, la vita e l'ambiente di Flensburg erano solo una parentesi occasionale rispetto all'aria che si respira sul resto del cammino; appena usciti dalla città si è tornati al paesaggio della campagna ed ai suoi silenzi. Nonostante sia abbastanza diversa da quella danese, meno piatta, con più boschi di latifoglie e meno mucche al pascolo, anche qui ci sono molte fattorie, ma solo alcune datate ed importanti e andando verso l'interno si possono ancora incontrare le case con il tetto di canniccio.












Oggi, da Flensburg a Sivierstedt erano, sulla carta, solo 22 km (chissà da dove li considerano e come li misurano perchè sono sempre di più e ...il gps non sbaglia... conta anche i mt. per andare in bagno), ma è stato anche il primo vero giorno di caldo con temperature decisamente più alte, discreta umidità nell'aria e il cammino si è fatto, quindi, più pesante. Pensavo che in Germania la situazione della ricettività fosse migliore e più semplice ma almeno nel nord ancora c'è da lavorare. Quando c'è la possibilità di dormire presso le parrocchie luterane, si deve avvertire il giorno prima con telefonata dalle 10 alle 12 e sperare che dall'altra parte qualcuno conosca l'inglese altrimenti diventa impossibile che ci diano l'ospitalità (altro che credenziali!). Ieri tre tentativi sono andati a vuoto, compreso un campeggio dove il proprietario non parlava inglese e così, questa mattina, nell' ipotesi di dover organizzare un altro bivacco a 80 cm. da terra, mi sono comprato una mantella per coprire meglio il saccopelo. Sono partito senza sapere esattamente dove sarei arrivato ed infatti sono andato al paese successivo a quello programmato, mettendo insieme, tra ricerche e varianti varie, anche oggi 34 km.
Arrivato a Stenderup, dove la mappa riportava un Hotel o qualcosa di simile, come già accaduto in Danimarca, le indicazioni scomparivano e stavo già studiando dove accamparmi  (senza troppo entusiasmo, a dire il vero, e con pochi viveri), quando ho incontrato chi mi ha dato le informazioni necessarie e con altri 2 km sono arrivato a destinazione ma.... era tutto esaurito ! A quel punto ho detto che avevo il saccopelo e così mi hanno dato una  chiamiamola dependance, con letto all'orientale, cioè in terra , ma accompagnato da una doccia bollente e cena proteica che mi ha rimesso in forze. Domani, tappa breve (dicono) e arrivo a Schlewig, in ostello.
Buonanotte, Nino

martedì 24 luglio 2012


Lunedì 23 luglio,
ciao a tutti, sono in Germania, oggi intorno alle 15 ho attraversato il “confine”, ancora evidenziato dalla sbarra rossa e dai pilastri numerati in pietra, intorno pannelli didattici che illustravano quale fosse il posto di controllo molti anni fa ed altri pannelli che mettevano, invece, in risalto le bellezze naturali e non del territorio intorno a Flensburg, meta della mia tappa odierna. Anche in Germania piste ciclabili ben distribuite e mantenute, in qualche tratto larghe anche come la carreggiata per le auto e, soprattutto, una buona segnaletica per il proseguio dell'Harvejin route e per i ciclsti. L' ambiente naturale è molto simile a quello appena lasciato anche se più collinoso e si vedono già tetti di case ricoperti da pannelli solari che qui saranno una voce importante per l'energia  nazionale come lo sono le pale eoliche ampiamente diffuse in Danimarca.
Ieri sera ho degnamente concluso l'esperienza danese, quale ospite di una simpatica e bella famiglia che alloggiava nello stesso ostello e che mi ha invitato ad assaggiare la loro cucina (non sanno quale rischio hanno corso…). Questa mattina, dopo aver inviato il post sul blog, sono ripartito per l'ultima tappa danese che mi ha permesso di vedere e attraversare un altro bel ponte medievale a 2 arcate e l'interessante chiesa di Bov, borgo alle porte di Flensburg. Dopo alcuni km lungo le piste ciclabili che corrono nella parte alta di questa cittadina portuale, sono arrivato finalmente sul bordo del fiordo che ospita il porto turistico e mercantile circondato da case d'epoca di vario stile e colore. Qui mi aspettavano Fred Hasselbach e sua moglie, una coppia molto simpatica e affabile che si occupa dell'organizzazione dei cammini e di tutti i suoi aspetti nella Germania del Nord per conto della Compagnia di S. Jacob e che sono stati estremamente preziosi nel darmi una serie di informazioni per la prosecuzione del cammino e per l'organizzazione dei posti tappa.
A proposito di posti tappa quali herberg, shelter e altri termini legati allo sviluppo di questo cammino volevo spiegarvi meglio, visto che sto per chiudere il capitolo Danimarca, come e perchè il percorso, in questa nazione, è stato sviluppato in questo modo e cosa significano certi termini.
L'idea iniziale, per come la storia ci racconta l'origine di questi  percorsi prevalentemente di natura religiosa, era di seguire, nel tratto danese, un percorso più diretto possibile da Hirtshalls a Padborg utilizzando ospitalità economica presso ostelli, fattorie e b&b (qua le parrochie luterane non si sono ancora attrezzate in tal senso). Durante le ricerche, mi sono imbattuto nell' Harvejin route o sentiero delle armi che, nato per il transito degli eserciti e dei mercanti, diventò molto importante per i popoli del nord che lo utlizzarono per i pellegrinaggi verso sud a Santiago e verso nord a Thordheim (per venerare la tomba di S.Olaf, importante re norvegese deceduto sul campo). A quel punto, verificando le epoche, ho compreso che anche l'abate Nikulaus lo aveva percorso per scendere a Roma e proprio camminando su l'Harvejin ho potuto averne la conferma perchè il suo diario è citato come la prima fonte ufficiale e dettagliata che descrive tale itinerario. Pertanto si trattava di collegare la parte nord a ciò che era già stato recuperato. Ma anche qui, come in Islanda, e come ho saputo oggi anche in Germania, il problema è la ricettività, perché probabilmente, fino a che non ci saranno grandi flussi di pellegrini, nessuno si esporrà con i finanziamenti per recuperare altri posti letto. Così, sia per verificare le strutture (herberg ), le distanze dichiarate e per tenere basso il costo del programma, ci siamo trovati a percorrere spesso 35-40 km al giorno o a dormire di nuovo in tenda (poi per non cadere nella tentazione l'ho rispedita in Italia). Gli Herberg si sono dimostrati efficienti ostelli per la loro pulizia, organizzazione e basso costo oltre alle belle cucine comuni messe a disposizione (quando è stato deciso il restauro di questo tracciato gli architetti sono andati a Santiago per prendere spunto dal modello spagnolo ultra collaudato).
Abbiamo camminato su piste ciclabili a bassisima densità di traffico ed in altre meno, su strade di campagna dove non passava nessuno, su vecchi tratti di ferrovie locali dismesse e riadattate molto bene per le ciclabili o per gli escursionisti, in ambienti molto suggestivi (si attraversano boschi, corsi d'acqua e zone acquitrinose). Abbiamo anche fatto l'esperienza di dormire in uno shelter,  tra i più spartani incontrati. Queste aree attrezzate con strutture in legno per dormire, come avrete visto nelle foto, con tavoli, braciere e bagno ecologico sono una valida alternativa locale per passare una vacanza spendendo solo per i viveri e stando nella natura e possono anche essere un modo per spezzare le tappe ma penso che, così facendo, si renda necessaria la tenda e il saccopelo, oltre ai viveri, perchè potreste trovare i posti occupati dai locali o non trovare le coperture, in alcune aree, per dormire.
L'alternativa a quanto sopra sono gli hotel kro che hanno costi e situazioni poco coerenti con certo tipo di esperienza. In Danimarca, invece, non si è presentato il problema degli approvigionamenti perchè in alcuni luoghi si trovavano supermarket aperti fino alle 20. Sia l'itinerario islandese che questa parte di cammino possono essere quindi percorsi a piedi, con buon spirito di adattamento (ma altrimenti che Cammino sarebbe?) e volendo anche in mountainbyke.
Ora sono in terra tedesca e vedrò che cosa mi riserverà di nuovo un mese intero. Posso dire che  l'impatto con Flensburg e il movimento di persone riscontrato è stato forte, non ero più abituato a questa confusione (relativa) , ma già da domani mi sposterò in zone meno conosciute turisticamente e probabilmente incontrerò situazioni più tranquille. Attualmente mi trovo in un Youth Hostel a fare colazione in mezzo a giovani studenti di varie nazioni.














Tornando per un attimo, con la mente, alla Danimarca penso prima di tutto a Jasper, i suoi amici e poi a Mogens e Marianne, a Tobia e Jasmine (pellegrini con mantello e bisaccia che avevano lasciato la loro abitazione, una barca, per percorrere l'harvejin route), a Corrado oste italiano, alla signora gentilissima che il secondo giorno di cammino sotto il sole delle 14  ci è venuto incontro offrendoci due gelati, alla calma surreale dei paesi di campagna, alle tantissime pale eoliche di una misura non troppo impattante, al ponte blu di Aalborg che si solleva, bloccando tutto il traffico cittadino delle ore di punta per far passare barche a vela di 6mt., a quanto sarebbero inferociti gli italiani se la mattina o la sera capitasse a loro, alle tantissime mucche che passano la vita in pochissimo spazio, a parte l'ora di libertà, a mangiare e essere munte, alla sorprendente  vecchia stazione dismessa di Bindeballe dove hanno realizzato una cucina comune ad uso degli escursionisti che possono usarla liberamente e campeggiare sul terreno intorno, al senso del bene comune, ai servizi di alto livello che lo Stato offre ai cittadini, alla quantità di prodotti sani e freschi che le fattorie producono e alla quantità di fast food che ci sono in giro, e ai ragazzi che ingrassano di quel materiale consumato, ciao grande popolo di un piccolo verde paese.
Buonanotte, Nino