martedì 30 ottobre 2012


Martedì 30 ottobre,
ciao a tutti. Le ho provate tutte ma alla fine mi sono arreso; nel convento di S.Crispino a Viterbo, dove mi trovo questa sera, c'è tanta bella positiva energia ma poco segnale, così ho deciso di scrivere il post su un normale documento e al momento di pubblicarlo andrò con il computer portatile nella piazzetta davanti alla chiesa. Sto scrivendo seduto su un letto rivestito di tessuto leopardato, nel piccolo ostello del convento. Tutto molto spartano ma con una bella atmosfera, mi ha ricevuto Fra' Fabio, forse 35 anni, accento romano e faccia serena, nella stanza accanto alla mia un gruppo parrocchiale alle 21 ha iniziato le prove per i canti della messa e fino a poco prima c'erano almeno 50 persone radunate, in chiesa, a pregare. Proprio qualche giorno fa un prete toscano, alla fine di una funzione, mi diceva di fare fatica a portare alla messa più di 30 persone. Si scende verso sud... e non solo il paesaggio cambia.
Oggi è stata una buona e bella giornata, sveglia con un cielo sereno per molte ore; dopo aver consumato la colazione con Vittorio e Teresa li ho salutati e ringraziati per la gentile ospitalità e mi sono messo in cammino. Panorama magnifico sul lago di Bolsena e salita nei boschi di leccio e roverelle prima di vedere, all'orizzonte, Montefiascone con la sua famosa cupola. Sulle colline attraversate non sembrava di essere in autunno, con i pascoli di un bel verde intenso punteggiati dalle sagome bianche delle pecore che brucavano l'erba fresca, le sterrate di servizio ombreggiate dalle vecchie querce e in mezzo l' antica Cassia con alcuni tratti del suggestivo basolato romano, ancora ben conservati; l'ultima volta che vi ho posato sopra i miei piedi ero davanti alla splendida porta romana di Donnas, in valle d'Aosta, qualche ora prima di conoscere Rashid.
Prima di arrivare nel borgo dove Bramante realizzò la cupola, ho visitato la splendida chiesa di S. Flaviano con i suoi capitelli , uno diverso e più ricco dell'altro, ero passato di qui anche lo scorso anno, ma in gruppo la confusione distoglie l'attenzione da molti particolari.
Salito alla Rocca dei Papi per un ultima vista sul lago, ho ripreso il cammino scendendo nelle campagne, camminando anche su altri tratti di basolato, per arrivare dopo 33 km di marcia nel centro di Viterbo. Ormai era buio e cadeva qualche goccia di pioggia, gli ultimi metri in compagnia di un muratore rumeno che, come facevano i tedeschi incontrati in Germania, anziché darmi le indicazioni per il convento mi ha voluto accompagnare .
Domani, messa alle 7 con i frati minori e, poi, avrò il tempo di visitare la bella cittadina ricca di chiese e ospitali, centro molto importante sulla Francigena nel medioevo. Da Viterbo, per me sarà un percorso nuovo e ricco di interesse, lo scorso anno proprio qui terminai la mia prima esperienza sui cammini in compagnia di un gruppo e di Patrizio: un episodio felice e significativo, come altri similari avvenuti in precedenza che segnarono alcuni momenti per me molto importanti.
A completamento della bella giornata, questa sera ho ricevuto una notizia da un amico vicino, che mi ha dato molta soddisfazione e mi ha convinto, una volta di più e a dispetto di chi mi dava del visionario, che anche un cammino può essere un opportunità: di speranza, di riscatto, di tutto quello che ci si può o ci si vuole vedere e ciò nessuno può impedircelo.
















Questa notizia, il libro che, forse non per caso, dovevo comprare ad Aosta e che finalmente ho iniziato a leggere, alcune riflessioni sul cammino e altri fatti mi dicono che questa è la strada giusta; quello che all'inizio era il Cammino di Nikulas pian piano è diventato il mio Cammino...ma per le conclusioni ci sono ancora alcuni giorni, ora è tempo di andare nella piazzetta per spedire il post, i cantori hanno finito le prove e sono qui fuori che parlano, chissà che penseranno vedendomi alle 23 con il pc per aria a catturare il segnale. Buonanotte, Nino

lunedì 29 ottobre 2012

lunedì 29 ottobre,
ciao a tutti. Ore 6 del mattino, sento rumori dalla celletta di fronte alla mia, i pellegrini francesi sono già in movimento, dopo poco partiranno per la nuova tappa. Non comprendo la necessità di alzarsi così presto, non siamo mica a Santiago! Preferisco prenderla con più calma e godermi il sorgere del sole dalla finestra del corridoio superiore, da dove vedo anche... la neve caduta nella notte sulla cima del M.Amiata!. Ahi! Vado fuori ed, infatti, la temperatura è decisamente calata (poi saprò essere scesa a 5°), faccio colazione nella grande cucina del convento e parto. Dopo poco il cielo si chiude e arrivano le prime gocce di pioggia. Mentre costeggio i campi avviene un bell'incontro: due caprioli, inspiegabilmente, mi corrono incontro ma poi si bloccano e prendono per altra direzione per nascondersi tra i cespugli. Il meteo, invece, non intende decidersi; si passa da momenti di sole a passate di pioggia, oggi se ci fosse stata una modella si sarebbe divertita: metti la giacca, togli la giacca, metti il cappello, togli il cappello. La temperatura, invece, rimarrà costante...mente bassa. Tutto questo solo per la cronaca del mio diario perchè ho letto che nel resto d'Italia ha fatto cose ben peggiori.
Ho lasciato la Toscana sotto la pioggia a bagnare le crete senesi e sono entrato nel Lazio con le terre  color cioccolato, quasi nero per arrivare sulle sponde del bel lago di Bolsena. Intorno terreni vulcanici ben coltivati e sulla collina che vi si affaccia il castello di Bolsena, ben conservato, a controllare il territorio. Da qui  una bella vista che, specialmente oggi, con il cielo carico di nuvole squarciate da fasci di luce, faceva sembrare il lago una grande lastra d'argento.
Un giro del borgo alto con i suoi vicoli e le stradine di pietra e poi una discesa nella parte bassa, caratterizzata dalle sue chiese ed in particolare da quella di S.Cristina, giovane martire, ricordata ogni anno con una particolare processione.
Alle 16 è, poi, arrivato un pellegrino, il signor Vittorio,  che ieri si è gentilmente offerto di ospitarmi nella sua abitazione in Bolsena; anche, questa volta, devo ringraziare l'instancabile ed istrionico fiorentino Franco Alessandri che ha attivato il contatto. Vittorio, poi, mi ha accompagnato nel mio alloggio dove la presentazione è stata di tutto rispetto: alle pareti le foto delle sue ascensioni sul M.Bianco e altre scialpinistiche degli anni passati. Questa sera, tra cammini e altro ci sarà di  che conversare.
Tornando ai mattinieri pellegrini francesi ieri sera, durante la cena, hanno fatto notare che la doppia segnaletica della francigena per camminanti e per le auto crea confusione... forse la mattina al buio?! Io, invece, penso che la francigena per le auto, forse, rispecchia più fedelmente l'antico tracciato ma, per ovvi motivi, ne è stata individuata una a margine che eviti di camminare nel traffico. Al riguardo, ricordo i due simpatici e arzilli pensionati bergamaschi, Carlo e Maria, conosciuti qualche giorno fa, che non avendo più tempo ed energie per farla a piedi come in passato, hanno voluto rinverdire i loro ricordi , ripercorrendola in auto.















Per concludere il post voglio salutare il primo gruppo di escursionisti (inteso come insieme superiore a 3) che incontro sui sentieri dall'Islanda a qui: la sezione di Legambiente di Padova, circa 20 partecipanti, che ho trovato scendendo da Radicofani e che, purtroppo per loro, non sono stati molto fortunati con il meteo dovendo rinunciare a parte del programma. 
Buona serata, Nino      

domenica 28 ottobre 2012

domenica 28 ottobre,
ciao a tutti. Ieri la giornata è trascorsa tranquilla tra letture e incontri con il Sindaco di Radicofani nella bella sede del Comune e il Parroco Don Elia, durante la funzione serale. Il meteo ha continuato a fare capricci per tutto il giorno e ha permesso solo qualche breve passeggiata per visitare meglio il borgo e la sommità della collina dove si trovano i resti della fortezza. Nella tarda serata, inoltre, sono arrivati tre pellegrini francesi bagnati fino all'osso, che sono partiti da Pavia per raggiungere Roma.  Appena il tempo di riprendersi e insieme abbiamo deciso di uscire per la cena.
La giornata di oggi, che prevedeva la tappa da Radicofani ad Acquapendente, è stata caratterizzata dalla lotta contro gli elementi, riuscendo, comunque, ad evitare i 7 cm di grandine caduti ad Acquapendente. Quando sono partito, ore 7,30 ( i francesi erano già in cammino da 1 ora!?), il paese era ancora avvolto nella nebbia e procedendo verso sud il cielo era molto scuro. Dopo un po' il sole è riuscito, debolmente, a farsi strada tra le nubi, creando dei suggestivi coni di luce che andavano ad rischiarare alcune piccole valli. Arrivato a Ponte a Rigo ho trovato un vento particolarmente teso tanto che si sentiva ululare e costringeva a camminare piegato controvento per evitare di essere mandato a gambe all'aria. Questa faticosa ma stimolante situazione è durata fino a che non sono arrivato nel borgo antico di Proceno. Qui le condizioni si sono normalizzate e ciò mi ha permesso di arrivare, tranquillamente, ad Acquapendente e prendere posto nel convento dei Cappuccini dove, attualmente, vivono solo due suore abbastanza anziane e molto gentili. La tappa, paesaggisticamente, è stata molto bella e la vista dei calanchi e del borgo di Radicofani  ha ripagato della fatica fatta. Proprio ieri Fausto Cecconi, nel suo ufficio, mi mostrava le immagini del borgo scattate durante le limpide giornate invernali e come si potevano vedere, da Radicofani, sia l'Appennino Modenese a nord che il Terminillo a sud, e oggi, ho avuto la riprova della strategica posizione di questo piccolo comune (solo per il numero delle case che compongono il centro e non di certo per l'estensione del Comune), perchè la sua vista mi ha accompagnato per tutta la durata del percorso. Arrivato poi  nel centro di Acquapendente, nella Tuscia viterbese, dopo una visita ai monumenti più importanti ho affrontato l'ultima salita per arrivare al convento, dove la suora mi ha accolto e, con una certa fatica, mi ha accompagnato su per le ripide scale al piano superiore dove si trovano le camere.



















I pellegrini francesi erano arrivati alle 14 e, come me, erano stati sistemati nelle cellette che un tempo servivano ai monaci; questa sera, a differenza di ieri, abbiamo concordato di non uscire a causa del brutto tempo e del sensibile calo di temperature e, pertanto, abbiamo improvvisato una cena con il poco che avevamo. Domani la tappa mi porterà sulle sponde del lago di Bolsena dove sarò ospite di un pellegrino che risiede sulle sue rive. 
Buonanotte, Nino