Mercoledì 25 luglio,
ciao a tutti, ieri è stato giorno di
riposo come da programma, ma, effettivamente, la schiena stava
accusando affaticamento e la pausa è arrivata al momento giusto.
Oltre a questo motivo, Flensburg meritava una visita adeguata perchè
è una simpatica cittadina di mare con begli edifici d'epoca e
moderne architetture che si integrano bene nel contesto, creando
interessanti contrasti nelle forme e nei materiali usati. Flensburg
vanta una storia importante e il lungo periodo in cui era compresa
nei confini della Danimarca ha fatto sì che si sviluppassero due
culture diverse, danese prima e tedesca dopo, che oggi convivono
tranquillamente anche con la popolazione di origine orientale che si è
stabilita nella parte nordest, ai margini del centro, andando ad
occupare interi quartieri e spazi commerciali.
A Flensburg si respira l'aria tipica
dei posti di mare, c'è molta vitalità, molti turisti e gli
esercizi commerciali fanno orari più simili ai nostri. Sicuramente ci sarebbe la necessità di soggiornare qui qualche giorno perchè intorno alla città
c'è subito molto verde e diversi sentieri che permettono di
conoscere gli interessanti ambienti naturali di quei territori. Ho
parlato di riposo ma, in realtà, ho camminato per buona parte della
giornata, senza però la zavorra dello zaino, che è poi ciò che fa
la vera differenza. Altra attività importante che ho svolto, ieri,
è stato di mettere ordine negli appunti sulle tappe islandesi e
danesi, sui correttivi e su quanto servirà per fare una guida. Nel
fare queste operazioni ho verificato la necessità di un futuro
ulteriore sopralluogo in terra danese per sviluppare meglio la prima parte e
quella intorno ad Aalborg. Ne approfitterò anche per tornare a salutare gli
amici Servas (che già stanno male, se leggono, all'idea di mettermi
a tavola).
Ieri sera, dopo la cena
consumata nell'ostello, sono rientrato in camera dove già alloggiava
un ragazzo tedesco. Intorno alle 22 sono arrivati due ragazzi
tedeschi molto tosti, Giulios e Rick, una coppia esplosiva (così si
sono definiti a detta di Rick e ...probabilmente agli occhi degli
altri). Il primo, quindicenne con grave handicap nella parte inferiore
del corpo che lo obbliga a muoversi sulla sedia a rotelle e il
secondo, di colore e più grande di età, suo tutore ed amico. Il
bello è che sono arrivati in bicicletta con carrello annesso per i
bagagli ma la bici di Giulio è del tipo modificato, che ha i pedali
nella parte alta azionati con le mani. Per il poco tempo
che ho potuto vedere e parlare con loro ho capito che Giulio è un
ragazzo molto bravo e dotato e che ha grande forza di volontà, tanto
da essere il promotore di queste vacanze dinamiche; è stata un
esperienza molto interessante incontrarli e questa mattina alla mia
partenza, quando ancora dormivano, ho voluto lasciare loro un piccolo
pensiero per salutarli.
Come avevo immaginato, la vita e
l'ambiente di Flensburg erano solo una parentesi occasionale rispetto
all'aria che si respira sul resto del cammino; appena usciti dalla
città si è tornati al paesaggio della campagna ed ai suoi
silenzi. Nonostante sia abbastanza diversa da quella danese, meno piatta,
con più boschi di latifoglie e meno mucche al pascolo, anche qui ci sono
molte fattorie, ma solo alcune datate ed importanti e andando verso
l'interno si possono ancora incontrare le case con il tetto di
canniccio.
Oggi, da Flensburg a Sivierstedt erano, sulla carta, solo 22 km (chissà da dove li considerano e come li
misurano perchè sono sempre di più e ...il gps non sbaglia... conta
anche i mt. per andare in bagno), ma è stato anche il primo vero
giorno di caldo con temperature decisamente più alte, discreta
umidità nell'aria e il cammino si è fatto, quindi, più pesante.
Pensavo che in Germania la situazione della ricettività fosse
migliore e più semplice ma almeno nel nord ancora c'è da
lavorare. Quando c'è la possibilità di dormire presso le parrocchie
luterane, si deve avvertire il giorno prima con telefonata dalle 10
alle 12 e sperare che dall'altra parte qualcuno conosca l'inglese
altrimenti diventa impossibile che ci diano l'ospitalità (altro che
credenziali!). Ieri tre tentativi sono andati a vuoto, compreso un
campeggio dove il proprietario non parlava inglese e così, questa
mattina, nell' ipotesi di dover organizzare un altro bivacco a 80 cm.
da terra, mi sono comprato una mantella per coprire meglio il
saccopelo. Sono partito senza sapere esattamente dove sarei arrivato
ed infatti sono andato al paese successivo a quello programmato,
mettendo insieme, tra ricerche e varianti varie, anche oggi 34 km.
Arrivato a Stenderup, dove la mappa
riportava un Hotel o qualcosa di simile, come già accaduto in
Danimarca, le indicazioni scomparivano e stavo già studiando dove
accamparmi (senza troppo entusiasmo, a dire il vero, e con pochi
viveri), quando ho incontrato chi mi ha dato le informazioni
necessarie e con altri 2 km sono arrivato a destinazione ma.... era
tutto esaurito ! A quel punto ho detto che avevo il saccopelo e così
mi hanno dato una chiamiamola dependance, con letto all'orientale,
cioè in terra , ma accompagnato da una doccia bollente e cena
proteica che mi ha rimesso in forze. Domani, tappa breve (dicono) e
arrivo a Schlewig, in ostello.
Buonanotte, Nino
Buonanotte, Nino