venerdì 28 settembre 2012

giovedì 27 settembre
Ciao a tutti, le tappe pubblicate riguardano la prima parte, nei prossimi giorni arriverà la seconda.
Come avevo detto qualche giorno fa immaginavo un cammino, in Italia, diverso da quello nel resto dell'Europa attraversata per il fatto che, probabilmente, avrei avuto meno occasioni di dover chiedere ad altri per le varie situazioni  e quindi minori possibilità di stabilire relazioni di qualche importanza. Pensavo, però, che sulla Francigena italiana sarebbero state maggiori le opportunità di incontrare persone sul cammino e così è stato. Direi, anzi, che meglio non potevo immaginare; persone molto diverse per provenienza, età, per le loro esperienze ...dopo la signora olandese, Frannij, il canadese Albert, il francese Nico è stata la volta di Rashid, ragazzo svizzero che ho incontrato sul cammino mentre attraversavo il borgo di Donnas, due giorni fa . Ero partito dall'ostello di Verres (luogo a me caro per i ricordi legati alla splendida esperienza fatta con la Fondation GranParadis e Itineraria nell'estate passata) sotto una pioggia battente che mi ha poi accompagnato per i 28 km della tappa e dopo avere visitato il castello di Issogne e aver proseguito lungo la Dora, il fiume principale che percorre la Valle d'Aosta e il Piemonte, sono arrivato al castello di Bard e al suo interessante borgo. Proseguendo sono passato sul selciato ricavato dai Romani direttamente nella roccia e ho attraversato la suggestiva porta di Donnas, costruita nella stessa epoca. Arrivato nel borgo medioevale di Donnas ho conosciuto Rashid,  giovane avvocato che ha deciso di prendersi del tempo, in attesa di proseguire gli studi, per fare il suo primo cammino, da Losanna a Roma. Scambiateci le prime informazioni di rito abbiamo deciso di completare la tappa insieme, anche se per un suo problema al ginocchio la sua idea era di fermarsi a Pont S.Martin. Abbiamo continuato a camminare sotto la pioggia ma ciò non ha impedito di godere dello splendido ambiente che stavamo attraversando, i vigneti di questa parte di Piemonte sono un vero spettacolo. Mi avevano impressionato quelli sopra il Lago Leman, per quanto si spingessero verso l'alto grazie alle terrazze realizzate, ma qui dove le montagne sono più aspre e l'ambiente si fa più ostile è ancora più interessante vedere le terrazze tra le rocce, con supporti conici di pietra e malta che sorreggono i filari e i graticci di legno; tutte le fasi della coltivazione fino alla raccolta dell'uva sono, chiaramente, svolte a mano!
Abbiamo attraversato anche alcuni borghi e da qualche cantina usciva l'odore delle vinacce appena spremute, poi alle 18,30 siamo arrivati a Settimo Vittone, luogo che avevo previsto di raggiungere per chiudere la giornata, meta, a torto, poco frequentata dai pellegrini. Infatti, oltre al simpatico centro storico qui si trova anche una chiesa che insieme ad un antico Ospizio vanta una storia interessante. Noi abbiamo alloggiato in un B&B appena fuori dal paese dove la proprietaria ci ha riservato una calda accoglienza ed una colazione con i fiocchi . Non vi parlo dell'osteria ricavata nel vecchio ospizio per non fare la parte del goloso ma solo quella varrebbe il viaggio a Settimo Vittone.
Questa mattina, dopo una notte di vento e pioggia, è tornato il sereno e così, di ottimo umore, ci siamo incamminati verso Ivrea, tappa veramente bella, ancora vigneti ma anche borghi abbandonati e mulattiere molto ben conservate con i loro affascinanti selciati che rimandano la memoria a tempi antichi. Incredibili i micro climi che ci sono in queste zone, abeti, betulle, castagni , vigneti e.. cactus, oltre a tutta la vegetazione tipica delle zone umide presente intorno ai laghi delle colline sopra Ivrea. Già Ivrea, il suo imponente castello e la sua cattedrale e anche i suoi cittadini; soprattutto Giancarlo, simpatico locale che abbiamo incontrato scendendo verso la Città e che, molto interessato ai cammini, ci ha dato notizie importanti tra cui la presenza di un nuovo posto tappa a Burolo. La nostra idea, oggi, era di raggiungere Piverone, altra meta inconsueta per i pellegrini che seguono alla lettera le guide relative. L'alloggio sarebbe stato nell'ostello del comune, che aveva cercato di sistemarci al meglio, nonostante la presenza di una scolaresca che si cimentava  proprio con la via Francigena. Sarebbe stata una bella occasione di parlare dei cammini con i ragazzi. Erano già le 18, avevamo già percorso 24 km e abbiamo deciso di fermarci a Burolo.
Dalle indicazioni, pensavamo fosse una struttura legata alla parrocchia, invece, dopo la risposta negativa e  categorica del parroco, al suo citofono, siamo stati indirizzati ad un grande ed importante complesso poco distante, un edificio risalente al 1300, che un tempo era la sede di un monastero  con 110 suore novizie e che oggi, scomparse le suore, è diventato l'alloggio di alcune famiglie che avevano fondato una sorta di casafamiglia e che in alcune stanze offre ospitalità ai pellegrini.
Ambiente familiare ed accogliente, spartano quanto serve, sicuramente da aggiungere alla lista utile ai pellegrini.









Domani proseguiremo per arrivare a Santhià utilizzando la variante proposta da Aivf e vedremo quali sorprese ci riserverà.
Buonanotte, Nino